Competizione vs felicità
La competizione è la chiave per la felicità? Probabilmente no, soprattutto nell’età infantile.
A sostenerlo non siamo noi, ma lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet.
I genitori spingono i propri figli sulla via della competitività, credendo di insegnare loro come difendersi ed andare avanti nella vita. Crepet ci spiega, invece, che non sempre l’essere competitivi rende più maturi, al contrario può provocare molta ansia e angoscia al sol pensiero di non superare i propri obiettivi.
Per questo lo psichiatra ritiene che anche la scuola deve essere un luogo mite, capace di insegnare le vere cause della felicità.
La competitività può risultare positiva se usata nel modo corretto, ma spesso diventa esagerata e quindi negativa.
Un tipico esempio di un’esagerata competizione è sicuramente lo sport agonistico (sia individuale che di squadra) ormai praticato dalla maggior parte dei ragazzi. Farebbero di tutto pur di farsi notare! Ma forse…non è che dietro a tutta questa competitività dei ragazzi si nasconde quella di genitori e allenatori?